Il nuovo Commissario alla Ricostruzione dopo il sisma del Centro Italia non sarà un politico, come gli ex Vasco Errani e Paola De Micheli, né un tecnico, come Piero Farabollini, scaduto a fine anno. Governo e maggioranza cercano una figura di alto spessore, un manager, che conosca la materia ma anche i meccanismi della pubblica amministrazione, non necessariamente, quindi, proveniente dal settore privato. Un profilo per il quale ancora non ci sono nomi, né candidature, e che non sembra facilissimo da individuare, cosa che comunque richiederà del tempo.
Nomina non immediata
La nomina del successore di Farabollini non sarà dunque immediata, secondo quanto è emerso nel corso di un vertice tra i parlamentari della maggioranza e i due sottosegretari di Palazzo Chigi che si occupano del sisma, anche se non hanno una delega specifica, Vito Crimi (M5S) e Alessia Morani (Pd). Una delle richieste della maggioranza all’esecutivo, è proprio quella di nominare, insieme al nuovo Commissario, anche un sottosegretario con l’esplicito mandato di seguire la ricostruzione.
Emendamenti al milleproroghe
Il vertice è servito anche per mettere a punto alcune correzioni alle nuove norme sulla ricostruzione appena varate con il decreto terremoto di fine 2019. Con alcuni emendamenti al decreto Milleproroghe all’esame del Parlamento, si punta ad estendere oltre il 2020 i contratti del personale a tempo determinato impiegati nei comuni e negli Uffici ricostruzione, a garantire anche nel 2020 l’esclusione degli immobili inagibili dal calcolo dell’Isee, alla proroga fino al 2021 dello stato di emergenza, ora fissato a fine anno.
M. S.