Altra giornata di altissima tensione nel governo e nella maggioranza sul decreto sblocca cantieri, che contiene anche le norme per accelerare la ricostruzione dopo il sisma del Centro Italia. Oggetto dello scontro un emendamento della Lega che prevedeva la sospensione per due anni del Codice degli appalti e l’adozione delle soglie europee per le gare, molto più alte di quelle italiane.
Compromesso difficile
Sia il M5S che il premier Giuseppe Conte hanno espresso netta contrarietà, invitando inutilmente la Lega a ritirare l’emendamento. Solo dopo un nuovo intervento del presidente del Consiglio e una lunga telefonata tra i due vice premier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, si sarebbe trovata un’intesa, da verificare in serata in Commissione Bilancio e domani nell’Aula di Palazzo Madama. Il compromesso sarebbe una sospensione temporanea e solo parziale del Codice appalti, di cui rimarrebbero in vigore alcune norme, come quelle sulla sicurezza del lavoro e i subappalti. Se l’accordo fosse confermato il decreto andrebbe in Aula domani per passare immediatamente alla Camera per la conversione definitiva.
Ai comuni anche il danno grave
Il provvedimento contiene parecchie misure che riguardano la ricostruzione nel Centro Italia, a cominciare dalla possibilità per i Comuni di svolgere le istruttorie per i contributi alla ricostruzione delle case con danni lievi (B e C nelle schede Aedes), ma anche in quelle con danni gravissimi (scheda E e livello di danno L4), da demolire.
ZFU per i professionisti
La sospensione dei tributi viene prorogata a fine ottobre, e la zona franca urbana viene estesa anche ai professionisti, e permetterà una riduzione delle imposte per il 2019 e 2020 anche per le nuove attività d’impresa avviate entro la fine dell’anno. Viene eliminato il divieto di cedere gli immobili riparati con i fondi pubblici (prima valeva per due anni dalla fine dei lavori), mentre sono previsti nuovi tetti agli incarichi di progettazione dei professionisti (anche per le opere pubbliche, i beni culturali e quelli delle diocesi).
Manca il personale
Nei comuni dove più del 50% degli immobili ha avuto danni gravissimi viene consentita la realizzazione di strutture temporanee ed amovibili per l’alloggio dei residenti. Altre norme più generali riguardano le autorizzazioni per i lavori in zona sismica, che vengono alleggerite. Resta ancora aperta la questione del personale per i comuni e gli Uffici Speciali per la Ricostruzione: chiedevano nuove assunzioni, ma quelle previste dal decreto non paiono al momento sufficienti. (M. Sen.)