Affidamento diretto degli appalti pubblici con la procedura del ribasso, attribuzione ai comuni dell’istruttoria sui contributi per la riparazione dei danni lievi gli immobili, stop al divieto attuale di cessione delle case danneggiate prima che siano passati due anni dalla fine dei lavori. Queste le principali novità normative sulla ricostruzione del Centro Italia annunciate oggi dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Vito Crimi, che al tempo stesso sembra chiudere la porta a una differenziazione degli interventi nel cratere.
Norme quasi pronte
“Sono all’attenzione del Consiglio dei Ministri misure per accelerare la ricostruzione pubblica attivando procedure speciali, come l’innalzamento delle soglie per l’affidamento dei lavori” ha detto Crimi, parlando di deroghe specifiche per il post sisma al codice degli appalti”. Tra le misure confermate da Crimi lo spostamento “verso i comuni dell’attribuzione di tutta l’istruttoria per quanto riguarda i danni lievi”.
Non c’è un momento da perdere
“C’è stato un eccessivo alzare di muri a difesa della legalità. Talmente alti che impediscono di lavorare a chi vuole fare attività onestamente. E’ ora di abbattere questi muri” ha detto Crimi. “Nel caso delle aree terremotate non c’è un momento da perdere, ogni mese perso non è un mese di perdita economica, ma un mese in cui un pezzo del tessuto sociale degrada”.
Affidamenti diretti
Le opere pubbliche, secondo Crimi, sono “troppo indietro”. “Occorre ridurre i tempi delle negoziazioni in particolare con la procedura di affidamento diretto con ribasso che dati alla mano consente di risparmiare 8 mesi in una gara” ha aggiunto il sottosegretario.
Sisma, area omogenea
“La scommessa è trattare l’area come omogenea” ha poi detto, Crimi, cui molti sindaci chiedono invece un trattamento differenziato in base ai danni subiti. “Il salto di qualità sarebbe superare il confine e la strutturazione regionale. Ma è da fare in accordo con le Regioni. Purtroppo in passato c’è stato un mix di competenze Stato e Regioni che oggi paghiamo” ha concluso Crimi.
Commissario e Regioni ai ferri corti
Continua intanto la polemica a distanza tra il Commissario alla Ricostruzione, Piero Farabollini, e i governatori delle quattro regioni colpite dal sisma. Oggetto dello scontro, adesso, è lo sgombero delle macerie. Farabollini ha accusato i governatori di non aver consegnato i relativi piani di gestione, e ieri sono arrivate le repliche di Umbria e Marche. “Bisogna fare di più e parlare di meno. Tutti gli atti sono già a disposizione del Commissario” ha detto Catiuscia Marini. “Siamo stati i primi a redigere un Piano. Dall’8 gennaio Farabollini ha tutti i dati. Piuttosto ci dia gli strumenti per consentire ai sindaci di ordinare le demolizioni” ha replicato Luca Ceriscioli. (M. Sen.)