La Prefettura di Caserta ha emesso un’interdittiva antimafia nei confronti della Eni Srl di Salvatore Piccolo, impresa che si è aggiudicata due appalti di ricostruzione pubblica nei comuni di Tolentino e Valfornace, per la basilica di San Nicola e per l’ex albergo, i cui cantieri sono stati sospesi in via cautelativa. A dare l’annuncio questa mattina, Daniel Taddei segretario generale Cgil Macerata e Massimo De Luca, segretario Fillea Cgil Macerata.
A Tolentino l’appalto di 276mila euro è stato aggiudicato con procedura negoziata dalla stazione appaltante formata dai comuni di Tolentino, Belforte, Caldarola, Camportondo e Serrapetrona, a cui sono state invitate a partecipare venti ditte, e aggiudicata con il massimo ribasso. A Valfornace si è invece svolta una gara con procedura aperta, da parte della stazione appaltante dell’Unione montana di San Severino, a cui hanno preso parte oltre 120 imprese, per lavori all’ex albergo pari a 256mila euro. “I Comuni hanno agito nel pieno rispetto delle procedure e ora decideranno in autotutela se rescindere i contratti o altro” hanno spiegato i due sindacalisti. Per l’azienda, contro il provvedimento della prefettura, è possibile il ricorso al Tar entro sessanta giorni.
Imprenditore a giudizio
La Eni srl fa capo a Salvatore Piccolo, fratello di Raffaele, rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta “The Queen” in Campania, con altri 40 imputati tra imprenditori e amministratori locali. La società con sede a Caserta era già finita nel mirino della Cgil lo scorso novembre poiché era priva della certificazione antimafia, all’epoca in corso di istruttoria presso la Prefettura di Caserta, ed al momento degli appalti non iscritta alla White List.
Altre indagini della Procura
Annunciati sviluppi anche nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Macerata sull’intermediazione irregolare di manodopera. Taddei e De Luca hanno sollecitato l’applicazione del Durc, il documento che attesta la regolarità dei contributi pagati dalle imprese ai dipendenti, e del settimanale di cantiere. I due sindacalisti si sono mostrati critici anche sulle proposte del decreto Crimi, in particolare sui controlli a posteriori e sull’innalzamento della soglia per l’affidamento diretto degli appalti pubblici. (Monia Orazi)