C’è chi dice sia un passo avanti, chi protesta e minaccia di andare nei tribunali, chi si interroga sul da farsi. L’arrivo del nuovo Commissario, e la scelta del governo di tagliar fuori le Regioni dalla condivisione delle decisioni e delle Ordinanze, hanno creato un nuovo corto circuito nella già difficile ricostruzione. Farabollini, chiamato da un mese a gestire le operazioni, non parla più con i Governatori, tutti del Pd e decisissimi a far valere il loro ruolo, ascolta i Sindaci in contesti più che altro informali, e apre ai Comitati dei terremotati. Col risultato che da giorni, quella “governance” che si voleva migliorare e rendere più efficiente si è di fatto inceppata.
La rivolta dei governatori
Il tavolo con le Regioni è saltato e i governatori minacciano di impugnare le Ordinanze del Commissario che invadono le loro competenze. Le Regioni ritengono, con l’approvazione del decreto Genova che modifica i loro poteri, “di non dover dare corso all’attuazione di provvedimenti che non le vedono direttamente coinvolte nella fase decisionale e pertanto valuteranno se restituire sia la gestione della contabilità speciale che degli uffici speciali al Commissario alla ricostruzione valutando anche di ritirare tutto il personale regionale attualmente messo a disposizione”.
Stop ai lavori
La replica del Commissario è arrivata a stretto giro. “Mi sono trovato difronte alla chiara volontà di fare politica sulla pelle dei cittadini e non è mia intenzione avallare questo modo di fare. Poiché il Parlamento nella sua sovranità ha approvato il decreto Genova recependo gli emendamenti contestati dai presidenti – ha detto Farabollini – ho ritenuto di sospendere i lavori per consentire a tutti di chiarire se, come me, lavorano per risolvere i problemi dei terremotati o preferiscono essere strumento di battaglia politica”.
Dialogo coi Comitati
Un minuto dopo Farabollini ha convocato i Comitati dei terremotati, che avevano da tempo chiesto un incontro, per il 12 dicembre a Rieti, dove ha la sua base operativa. Una mossa apprezzata, ma che ha riaperto le diatribe sulla rappresentatività nel piccolo universo dei Comitati nati dopo il sisma. L’invito di Farabollini è arrivato ai Comuni, che dovranno indicare i Comitati riconosciuti, e qui già si è aperto un caso, perché non tutti i Comuni li riconoscono.
Sindaci alla finestra
Fatto sta che l’invito “universale” ai Comitati, “loro presidenti o rappresentanti”, è tornato a creare un po’ di maretta tra le associazioni, tra le quali non c’è mai stato un vero e proprio coordinamento unitario. E l’iniziativa ha creato qualche malumore anche tra i Sindaci, che aspirano a diventare gli interlocutori privilegiati del nuovo Commissario. (M. Sen.)