lunedì , 25 Settembre 2023
VIII Commissione Ambiente

Il decreto sisma resta “mini”. Il governo boccia tutte le modifiche

Nonostante le promesse e le attese della vigilia, il decreto terremoto non cambierà. Resterà come è uscito dal Senato: un testo striminzito, con poche modifiche rispetto a quello iniziale, presentato dal governo Gentiloni. In Commissione Ambiente della Camera il governo rappresentato da Laura Castelli, M5S, viceministro dell’Economia, e il relatore Tullio Patassini, deputato della Lega, hanno bocciato tutti gli emendamenti presentati. Il testo, ha chiarito la Castelli, arriverà in Aula lunedì così come è uscito dal Senato e come tale sarà approvato.

Niente semplificazione

Di fatto, nel passaggio parlamentare, sono stati aggiunti solo la sanatoria delle casette abusive e il condono per le difformità gravi nelle abitazioni da ricostruire, due norme già studiate e messe a punto da mesi dal Commissario, i sindaci, i governatori, e gli stessi partiti di maggioranza e opposizione. Non c’è traccia della semplificazione burocratica sollecitata dal premier Giuseppe Conte nella sua prima visita ufficiale nelle aree colpite dal sisma. 

Pochi cambiamenti

Niente da fare, dunque, per tutte le altre modifiche proposte sia dall’opposizione, che dalla stessa maggioranza, che dal Commissario, tutte sollecitate dai comitati dei terremotati e molto attese. Se ne riparlerà più avanti, forse, quando il governo avrà più chiari i margini di manovra sul bilancio.  Il rafforzamento del decreto è stato bloccato per precauzione dal ministero dell’Economia, in attesa di verificare i margini disponibili di bilancio. 

Opposizioni all’attacco

La nuova maggioranza e nuovo il governo non ci fanno comunque bella figura, dopo le critiche alla gestione del Pd, e le promesse in campagna elettorale. Dalle opposizioni, naturalmente, dal Pd a FdI a FI, piovono critiche pesanti. I parlamentari della Lega commentano l’approvazione del decreto in Commisione con toni positivi. Guliano Pazzaglini, sindaco di Visso, non nasconde che “qualcosa di più si sarebbe potuto fare, anche se non c’è fretta ora che sono state decise le proroghe. Abbiamo diritto di avere ancora un po’ di tempo” dice Pazzaglini, respingendo le critiche del Pd. 

M5S: ce ne occuperemo

“Il Governo del Cambiamento – dicono i deputati del Movimento in una nota – si occuperà con i suoi primi provvedimenti delle popolazioni colpite dal sisma. Finora la gestione della ricostruzione da parte dei precedenti governi è stata carente. È necessario intervenire in maniera strutturale e la ricerca di coperture certe necessita di ulteriori approfondimenti e atti governativi, sia per quanto riguarda proroghe che finanziamenti. Non è possibile comprendere tutto nell’attuale decreto che nasce dal governo precedente”.

Il nodo delle assunzioni

Tra le norme più attese, e che non sono state inserite nel decreto, c’è la proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato per circa 700 persone impegate oggi nei Comuni, negli Uffici Speciali della ricostruzione, nella struttura del Commissario. Ma qui non c’è solo un problema di risorse, bisogna cambiare la legge sul tempo determinato per consentire una proroga dei contratti (che il decreto dignità, per incisom, riduce ulteriormente) (M. Sen.)

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