«Quando la gente entra nelle Sae, chiedo sempre se hanno presentato domanda per la ricostruzione, è essenziale. Sappiamo che c’è stato un problema di cui nessuno era veramente consapevole, che è quello delle difformità, che viene parzialmente risolto dalla norma approvata al Senato, ora il provvedimento è alla Camera». Così il Commissario straordinario per la ricostruzione post terremoto, Paola De Micheli, si è espressa a Valfornace durante la consegna delle ultime Sae.
Soluzione parziale
«Vediamo se si riuscirà ad ampliare l’ambito di applicazione. In audizione alla Camera – ha proseguito il Commissario – ho chiesto di allargare il campo di azione. E’ difficile spiegare a chi non è qui cosa sia realmente accaduto. Queste sono case spesso ereditate, costruite con una conoscenza delle norme molto diverse da quelle di oggi. Non c’è nessuno che abbia costruito abitazioni in un certo modo, per aumentare il loro valore di vendita. Ho provato a spiegarlo».
Titolo edilizio in sanatoria
Riguardo alle difformità, la soglia di aumento volumetrico massimo prevista è del 5 per cento, mentre dall’Anci Marche, spiega il referente della commissione sisma, Franco Capponi, era giunta una proposta di tollerabilità pari al venti per cento, la stessa quota prevista dal Piano casa del governo Berlusconi. Spiega De Micheli: «Questo è un testo che ci porta in avanti con i lavori. Per la parte urbanistica la norma ha stabilito un livello del 5 per cento, come Commissario avevo chiesto il 20 per cento, che era la percentuale prevista nelle norme del Piano casa del 2004, adeguata anche a quanto previsto in alcune regioni. Ora nella norma è prevista la sanatoria per difformità soggette a Scia (la Segnalazione certificata inizio attività, ndr), invece per allargare il tiro ho chiesto di toglierla e di mettere titolo edilizio, in modo da comprendere più tipologie».
Semplificazioni con il silenzio-assenso
Il Commissario ha annunciato anche una nuova Ordinanza di semplificazione della normativa. «Abbiamo approvato ieri in cabina di regia un’ordinanza omnibus, che oggi viene inviata alla Corte dei Conti, che semplifica ulteriormente le procedure, prevedendo ad esempio, il silenzio assenso su alcune tipologie di richieste. Si collega al fatto che questa legge vada a buon fine – conclude De Micheli – Credo che tutti i giorni facciamo un passo in avanti. Chi può ed ha le condizioni per poterlo fare, deve presentare domanda per la ricostruzione, perché questo diventa determinante. Qualche cantiere lo abbiamo aperto, 1800 per la parte privata della ricostruzione, aggiungendo quelli pubblici siamo a quasi 2.500 cantieri aperti. Io sogno di tornare qui e vederne aperti cinquemila, seimila l’anno, per riuscire a dare alla ricostruzione una prospettiva temporale decennale».
Monia Orazi