I grandi appaltatori compiacenti, l’amministrazione pubblica che non controlla, e piccole imprese provenienti da zone a forte incidenza di criminalità organizzata, senza alcuna autorizzazione, e senza la verifica dei requisiti tecnici e antimafia, operano industurbate nei cantieri Sae.

Possibili reati penali
L’Autorità nazionale anticorruzione ha confermato con una delibera i rilievi nei confronti della Regione Umbria e del Consorzio CNS-Kineo (che si è aggiudicata la fornitura delle casette) emersi dopo l’indagine sulla realizzazione delle Sae nelle aree di Campi e Ancarano, nel comune di Norcia. Nello stesso tempo l’Anac ha trasmesso la delibera e le sue relazioni ispettive alle Procure di Perugia e Napoli perchè valutino gli eventuali profili penali.
Solo estranei nel cantiere
Nel mese di agosto la Guardia di Finanza aveva riscontrato “significative criticità” nel corso di un’ispezione ai due campi Sae. I finanzieri avevano trovato al lavoro di montaggio delle casette solo personale dipendente da ditte che non figuravano negli elenchi dei subappaltatori. Sette lavoratori su diciannove che si sono difesi sostenendo di essere stati “distaccati” presso la società appaltatrice da parte delle loro società. Sulle quali nessuno aveva svolto le dovute verifiche generali e tecniche e di estraneità da legami criminosi. Nonostante questi operatori, come “è stato rilevato dalla GdF, provengono dalla stessa area territoriale a forte incidenza di criminalità organizzata”.

Le imprese del napoletano
La Sg Linoleum, l’Edilizia Capoluongo e la Decoop sono tutte piccole e medie aziende con sede in provincia di Napoli. “Non si può escludere che tale presenza di ditte non autorizzate – si legge nella delibera dell’Anac – possa nascondere da parte degli stessi operatori la mancanza dei requisiti tecnici necessari, oltre a situazione di sfruttamento della manodopera in nero, con gravi rischi per la sicurezza degli stessi lavoratori e la buona riuscita dei lavori di realizzazione delle Sae che risultano altresì in ritardo nella loro consegna; sono stati peraltro già constatati, per alcune Sae già consegnate e utilizzate, vari difetti derivanti dalla fase di allestimento”.
Il CNS viola gli obblighi
La Regione Umbria ha sostanzialmente confermato i rilievi di Cantone, sostenendo che il CNS Kineo non aveva mai effettuato alcuna comunicazione di distacco di lavoratori di altre ditte. Il nuovo Codice appalti prevede l’obbligo dell’affidatario di comunicatre tutti i subcontratti, ma le disposizioni “risultano completamente ignorate dalle consorziate CNS Kineo”.
Ora luce sugli appalti
Al di là degli eventuali risvolti penali di cui si occuperanno le Procure, la delibera di Cantone è stata inviata alla Prefettura di Perugia, che può intervenire sugli appalti pubblici. La Regione, il Responsabile Unico del Procedimento, la Direzione Lavori sono accusati di “non aver esercitato in maniera responsabile la vigilanza sui subappaltatori e su tutti i soggetti che, anche senza titolo, operavano contemporaneamente in detti cantieri”. (M. Sen.)