sabato , 23 Settembre 2023

Riparazione danni lievi, non basta il rafforzamento locale

I progetti di riparazione dei danni lievi alle case presentati all’Usr per il contributo pubblico non devono limitarsi al rafforzamento locale dell’edificio, ma devono comportare una riduzione delle vulnerabilità dell’edificio.

Ordinanza 44

Lo prevede la nuova Ordinanza appena pubblicata dal Commissario alla Ricostruzione, che punta a superare <difficoltà tecniche e operative> insorte nella pratica. Molte domande di contributo per i danni lievi fin qui presentate, infatti, si limitano alla riparazione dei danni e al rafforzamento locale, anche per l’importo limitato dei contributi stessi.

Secondo il Commissario, invece, è sempre necessario che a questi interventi si accompagni la riduzione delle vulnerabilità, e in questo senso sono state date indicazioni ai professionisti già un paio di mesi fa,  che ora con l’Ordinanza diventano vincolanti.

Ridurre la vulnerabilità

La riduzione della vulnerabilità sismica può essere perseguita attraverso la sistematica applicazione di una serie di interventi di rafforzamento locale finalizzati a ridurre o eliminare i collassi locali.

Gli interventi sulle case in muratura

Nelle costruzioni in muratura, in particolare, la prima cosa da verificare per valutare questi interventi è la qualità della muratura. La tendenza a disgregarsi, soprattutto nelle case dell’Appennino costruite con pietre poco squadrate e mura a sacco, è uno dei pericoli maggiori per la stabilità delal casa.

In questi casi la miglior soluzione sarebbe il rafforzamento  complessivo della fabbrica muraria, ma i costi sarebbero eccessivi. Possono invece rientrare nei parametri di un danno lieve, però, altri interventi parziali, comunque efficici: rifacimento dell’intonaco con malte speciali, intonaci rinforzati con reti metalliche, iniezioni di miscele cementizie, interventi di scuci e cuci, ristilatura armata.

Le linee guida

Gli altri elementi da considerare per valutare la vulnerabilità dell’edificio e gli interventi possibili, descritti nella lettera che accompagna l’Ordinanza, sono le carenze nei collegamenti, la presenza di elementi spingenti, l’incremento della capacuità portante degli orizzontamenti. Negli edifici in cemento armato vanno considerati gli ammaloramenti locali, le tamponature di facciata, i nodi trave-pilastro, i giunti di dilatazione. (M. Sen.)

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