Nessuna perimetrazione. Borghi storici del cratere da buttare?

Mentre sulla scia del “caso Peppina” si accende il dibattito sulla compatibilità tra la ricostruzione post terremoto e il rispetto dell’ambiente, quello sulla tutela del patrimonio storico, artistico e culturale dei borghi devastati dal sisma potrebbe essere già chiuso.

Nessuna area da salvare?

Con un esito sconcertante: a oggi, passati mesi dalle scadenze di legge, nessuno tra gli oltre 130 comuni del cratere (fatta eccezione per Amatrice e Accumol) ha deciso la perimetrazione dei centri storici e dei borghi rurali più danneggiati dal terremoto, una procedura espressamente prevista dalla legge sul sisma proprio per tutelare il loro valore storico e culturale. Che nessuno finora ha sfruttato.

Tempi, soldi e garanzie

La perimetrazione comporta tempi di ricostruzione sicuramente più lunghi,  ma può contare su finanziamenti pubblici più consistenti e soprattutto avrebbe offerto la garanzia di una ricostruzione di quei borghi esattemente com’erano, nel loro aspetto originario. La ricostruzione sarebbe stata gestita direttamente secondo gli strumenti urbanistici del Comune, che avrebbe potuto sostituirsi ai proprietari che non volessero o potessero fare i lavori di ristrutturazione delle case, arrivando anche a metterle all’asta, ma preservando la struttura e il tessuto urbano di questi paesini.

Per fare prima…

Fatto sta che, al momento, nessuna perimetrazione è stata autorizzata o risulta agli uffici del Commissario Straordinario, interpellati da Sibilla Online. Molti sindaci che ne avevano diritto non l’hanno chiesta espressamente per accelerare la ricostruzione, temendo nuove e ulteriori pastoie burocratiche. Mentre quelli che l’hanno chiesta non l’hanno ottenuta. Almeno non ancora: in Regione Marche si stima che alla fine non saranno più di sei o sette i comuni che avranno la perimetrazione.

Una norma inutile?

Visso, Pievetorina, Montemonaco, forse San Ginesio, e pochissimi altri avranno la sicurezza di tornare quelli che erano una volta. Gli altri no. A meno che non si decida, ancora una volta di rimettere mano alla normativa. Perchè è del tutto evidente che quella norma, per come è fatta, non ha funzionato. Se c’era il problema di tutelare questi nostri piccoli paesini di pietra, il “cuore dell’Italia”  come tanti lo chiamano, e questi sono i risultati non c’è riuscita. Oppure, ma è brutto pensarlo, questa norma non serviva proprio a niente. (M. Sen.)

 

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