Le casette abusive costruite nel cratere tra il 24 agosto del 2016 e del 2017 potranno essere “provvisoriamente consentite” e successivamente sanate ottenendo l’autorizzazione paesaggistica dalla Sovrintendenza dopo la loro costruzione, cosa oggi impossibile. Potranno essere sanate solo le opere compatibili con tutte le normative ambientali, paesaggistiche, sismiche, urbanistiche e di tutela idrogeologica, che non cambiano. E sparirebbe la rilevanza penale degli abusi commessi e sanati.
Permessi ex-post
E’ questo, in estrema sintesi, il contenuto della Proposta di legge presentata oggi alla Camera dal deputato Pd marchigiano Piergiorgio Carrescia, anche a seguito della vicenda della signora Fattori di San Martino, cui è stata sequestrata la casa abusiva, e che ha suscitato grande clamore mediatico. “Permettere” spiega Carrescia “a chi ha costruito senza titolo, in un periodo certo e pari a un anno dal primo sisma, di restare nell’immobile nelle more di un procedimento che deve verificare la sussitenza per il rilascio dell’atto edificatorio”.
…se ci sono i presupposti
“Non è ovviamente un intervento ad personam”, spiega Carrescia a Sibilla-Online, ma serve “a regolamentare un fenomeno che esiste, perché i tecnici comunali di quella zona segnalano diversi altri casi del genere, circa 300”. Oggi la legge non consente di sanare un edificio abusivo dopo la sua costruzione, se manca l’autorizzazione paesaggistica che è “propedeutica” al permesso di costruire. La proposta risolve questo problema di procedura: l’autorizzazione può essere chiesta a posteriori e ottenuta, ma solo se ce ne sono i presupposti.
Le condizioni
Il caso di San Martino potrebbe rientrare tra questi, evitando “l’abbattimento dell’edificio” previsto dalle norme attuali. La proposta prevede che la nuova costruzione sia rimossa, col ripristino dello stato dei luoghi, solo “se l’organo competente non rilascia l’autorizzazione paesaggistica” o si accerta l’incompatibilità con “le norme antisimiche, si sicurezza antincendio, ingienico-sanitarie, di efficienza energetica, di tutela idrogeologica”, e che si rispetti il piano urbanistico.
Capienze volumetriche rispettate
Il che vuol dire che, quando sarà stata sistemata o ricostruita la casa orginaria, bisognerà anche verificare che la nuova costruzione sia compatibile con “le potenzialità edificatorie e la capienza volumetrica derivanti dal lotto su cui è stato realizzato”. Se c’è dunque lo “spazio” urbanistico anche la nuova casetta potrà restare, sennò dovrà essere demolita. “Integriamo la normativa esistente, aggiungendo un caso circoscritto e circostanziato di opere abusive che, ove dichiarate compatibili, sono sanate perchè non rappresentano pericolo per la tutela dell’ambiente e del paesaggio” dice Carrescia.
Nelle mani del governo
La proposta è stata presentata il 28 settembre, e presto potrebbe essere portata anche all’attenzione del Commissario. Nel gruppo Pd c’è abbastanza sostegno, ma come proposta di legge autonoma ha poca speranza di essere approvata in tempi brevi, anche se la sua discussione fosse messa in calendario dalla Conferenza dei capigruppo. Ci sono altre due strade percorribili: quella di trasformare la proposta in un emendamento ad un provvedimento in corso di esame, di materia attinente, o il recepimento in un decreto legge.
Non più reato penale
In entrambi i casi vi deve essere, prima, una piena condivisione nel governo. In particolare con il ministero delle Infrastrutture, dell’Ambiente e anche della Giustizia, considerato che con la sanatoria degli abusi cadrebbero anche i profili penali dei reati che esistono oggi, e che riguardano sia i proprietari che i costruttori delle opere.
(M. Sen.)