lunedì , 25 Settembre 2023

Riallaccio utenze, le avventure di imprese e cittadini

Il solito capolavoro italiano. Tutti bravissimi a fare norme, leggi e regolamenti rigorosi e attenti ai bisogni dei cittadini, soprattutto quelli in difficoltà, e poi lasciare che l’incuria, la sciatteria di chi deve applicarli li svuoti di ogni senso. Sta succedendo lo stesso, pare, per le utenze domestiche nelle abitazioni colpite dal terremoto. Nonostante l’Autorità per l’energia, il gas e i servizi idrici, sulla base della legge di ottobre, avesse previsto condizioni estremamente favorevoli, per imprese e cittadini riattaccare luce, gas e acqua si sta rivelando un’avventura complicata.

Call center spiazzati

Le società che forniscono i servizi alle abitazioni non pare si siano minimamente attrezzate all’evenienza. Non ci sono indicazioni sui siti internet né, nella maggior parte dei casi, sono state definite procedure standard da suggerire agli utenti che contattano i call center. I quali non sanno quasi mai bene che cosa fare. In alcuni casi, a undici mesi dal terremoto, i contatori elettrici delle utenze domestiche risultano ancora allacciati, anche se non registrano consumo di energia da un anno.

Valfornace non esiste

Paradossale è il caso delle imprese di Pievebovigliana che stanno delocalizzando le attività produttive nelle zone limitrofe. Per i contratti delle nuove linee elettriche sono costrette a fornire all’Enel degli indirizzi di posta diversi, perché i sistemi dell’Enel non riconoscono più il comune di Pievebovigliana, che nel frattempo si è fuso con Fiordimonte, né quello di Valfornace che è nato dalla loro fusione, avvenuta pochi mesi fa.  (M. Sen.)

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