In principio erano le Casse di Risparmio, poi fu Banca delle Marche, cresciuta troppo in fretta e rovinosamente caduta. Risorta dal semi-fallimento sotto l’ala della Banca d’Italia, ribattezzata Nuova Banca Marche, è stata appena ceduta per la simbolica cifra di un euro a Ubi Banca. Che le sta cambiando nome per l’ennesima volta. Sarà Ubi Banca Adriatica ma, spiegano dal quartier generale milanese, solo per poche settimane, visto che la nuova denominazione è provvisoria.
Sarà solo Ubi Banca
Ciò che resterà della nostra vecchia banca regionale, dopo la riduzione degli sportelli e del personale, finirà direttamente sotto le insegne di Ubi Banca. La buona notizia è che, finalmente, una volta assorbita dalla casa madre, la banca sarà in grado di concedere i contributi pubblici per la ricostruzione delle case. Pur essendo il principale istituto nell’area colpita dal sisma, Nuova Banca Marche, o Banca Adriatica che sia, finora non aveva neanche aderito alla convenzione quadro tra l’Associazione bancaria e la Cassa Depositi e Prestiti, che mette a disposizione i 6 miliardi di euro stanziati fin qui dallo Stato.
Niente Marche nel nome
Quella di cancellare le Marche dalla denominazione dell’istituto è stata una scelta obbligata. Sono state le autorità europee a pretenderlo tra le condizioni per il passaggio di Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti al gruppo milanese. Per limitare l’impatto sulla concorrenza del salvataggio, avvenuto a spese dell’intero sistema bancario italiano, a Ubi è stato impedito di trarre anche il minimo vantaggio da una posizione “di rendita” quale poteva essere il riferimento al nome della vecchia, ben radicata, Banca Marche.
Aprire un nuovo c/c
Fin quando non sarà assorbita nella casa madre, si prevede verso la fine dell’anno, i clienti di Nuova Banca Marche dovranno però appoggiarsi direttamente alle filiali esistenti sul territorio di Ubi Banca, che ha da tempo aderito alla convenzione ed è tra le poche banche ad essere già pronta a erogare i contributi. E’ lì che dovranno aprire i conti correnti vincolati sui quali, una volta autorizzato il progetto e i contributi, l’Ufficio speciale per la ricostruzione verserà i fondi. (M. Sen.)