Ci vorranno almeno altri sei mesi prima di poter iniziare qualsiasi lavoro nelle “zone rosse”, cioè i centri storici e gli agglomerati rurali più danneggiati dal terremoto. Le Regioni avranno un mese di tempo per “perimetrare” queste aree, dopodichè i comuni avranno 150 giorni, 5 mesi, per predisporre i piani di intervento. Nelle zone rosse si dovrà ricostruire seguendo i piani urbanistici del comune, procedendo per blocchi di case contigue. Ma saranno sei mesi durante i quali non sarà possibile spostare neanche una pietra all’interno di queste aree, stando alla lettera dell’Ordinanza 25 del Commissario alla Ricostruzione, appena pubblicata (e che trovate qui sotto). Un atto che insieme a quello che detta i tempi per la microzonazione sismica conferma la prospettiva di una ricostruzione molto lenta e complicata.
Un mese di tempo alle Regioni
Le Regioni, dice la norma, hanno un mese di tempo, quindi fine giugno, per “procedere alla perimetrazione dei centri e nuclei di particolare interesse, o parti di essi, che risultano maggiormente colpiti dagli eventi sismici e nei quali gli interventi di ricostruzione, riparazione con miglioramento sismico e riparazione con rafforzamento locale devono essere attuati attraverso strumenti urbanistici attuativi”.
I criteri
L’ordinanza stabilisce dei criteri per la delimitazione delle aree dove si dovrà ricostruire seguendo i piani comunali, che non coincidono necessariamente con quelli delle attuali zone rosse. Le condizioni sono tre:
- la presenza di patrimonio culturale “di particolare interesse” e di pregio storico, architettonico, archeologico, naturale e paesaggistico
- l’essere tra i centri “maggiormente colpiti”
- l’esistenza di condizioni di pericolosità anche di natura non sismica
Cosa vuol dire “interessante”?
Non bastasse la mastodontica impalcatura legislativa che soprassiede alla ricostruzione, l’ordinanza si dilunga nello spiegare cosa debba intendersi per centro di “particolare interesse”. Ovvero i nuclei rappresentati in una mappa catastale o pianta urbanadi inizi ‘900 o di fine ‘800 “in quanto tessuti edificati che hanno valore quale testimonianza storica di una cultura e di una civiltà lontane dalla nostra”, e naturalmente i beni culturali riconosciuti dal Ministero, quelli paesaggistici individuati dalla Regione, i beni naturali e le aree protette individuate dalle leggi sui Parchi. Poi ci sono, dice l’ordinanza, “edifici e complessi urbani di pregio o testimonianza delle caratteristiche tipologiche o costruttive della tradizione locale, individuati in strumenti urbanistici comunali o in studi di settore”.
E “maggiormente colpito”?
A questo punto bisogna definire pure il secondo criterio, cioè spiegare in una norma avente valore di legge che cosa significa la frase “maggiormente colpito”. Si qualificano come tali i centri e i nuclei dove è soddisfatto “almeno uno dei seguenti parametri”. Ovvero:
- intensità macrosismica degli eventi di agosto e ottobre pari o maggiori del 9° grado della scala MCS (l’ordinanza non lo dice, ma per fare un esempio Amatrice è stato X-XI. Il IX grado è “distruttivo”, con “la rovina totale di alcuni edifici e gravi lesioni in altri”)
- la percentuale degli edifici inagibili, rispetto alle schede compilate, è pari o superiore al 90%
- la superficie di sedime degli edifici crollati o demoliti è maggiore del 25%
Basterebbe e avanzerebbe, e invece no, perchè bisogna considerare anche la “pericolosità territoriale”. Ma qui la facciamo breve, limitandoci a dire che la Regione potrà perimetrare anche le aree che hanno avuto danni di grado VIII MCS, o dove le inagibilità sono arrivate al 60%.
Coinvolgere la popolazione
Entro cinque mesi dall’approvazione dell’atto di perimetrazione i Comuni “predispongono i piani attuativi all’interno delle aree perimetrate”. E devono farlo “previo ampio coinvolgimento delle popolazioni interessate”. Ma senza dire come. Poi c’è il vero “capolavoro” dell’Ordinanza, il comma 4 dell’articolo 5.
Interventi vietati
“Fino all’approvazione dei piani attuativi non è autorizzata la realizzazione di alcun intervento diretto su edifici, aggregati o infrastrutture ubicati all’interno del perimetro individuato in attuazione della presente ordinanza”. Cioè: fino a novembre, quando saranno pronti i piani, nelle zone perimetrate non sarà possibile fare assolutamente nulla. Un divieto netto, che non sembra ammettere deroghe neanche per le opere di messa in sicurezza con puntellamenti e demolizioni che i sindaci stanno cominciando a fare. E tantomeno per gli interventi di recupero dei beni che i privati possono fare presentando al Comune e ai Vigili del fuoco con un piano di intervento in sicurezza. (M. Sen.)
Ordinanza 25 del Commissario Straordinario alla Ricostruzione
Qui ci vuole la rivoluzione! Questa persona ‘sta fuori’!!!! FERMIAMOLO.
Articolo molto interessante, ben commentato e spiegato, il cui contenuto ci rende ancora più consapevoli che forse non torneremo mai più in quei posti meravigliosi e questo mi fa tremendamente male. Grazie X averlo scritto !
Cosa dire?Vedo tempi lunghissimi,procedure poco comprensibili,spero di sbagliarmi,cerchiamo di vedere qualcosa di positivo.
Purtroppo non c’è nulla da dire.
Solita burocrazia,aggravata da tutti i vari enti più o meno pubblici e dalla vastità delle zone colpite,intanto dicono che se ti azzardi ad intervenire per qualsiasi opera,ti tagliano le mani etc.poi novembre sta dietro l’angolo,e chi e quando tolgono le macerie ?e quanti soldi procapite per quelli che sfidando tutto e tutti volessero ricostruire?e i progetti attuativi dei piani regolatori? bisognerà costruire con criteri antisismici integrali e non con semplici adeguamenti…e poi diranno che le zone sono ad alto rischio di sismicità e quindi bisognerà avere più tempo e poi ti pare che i grandi guru’, dell’architettura,non si toccano nel ricco piatto.
Tutte cazzate,intanto tutto fermo e mesi di consulenze,progetti più o meno campati in aria,piatto ricco mi ci ficco.e chi decide cosa fare,quando e come?soldi quando?progetti unici o ad persona?le macerie quando le tolgono?se prima non le tolgono non si può fare una presentazione con piano regolatore.da noi novembre è l’,inizio del tempo invernale ….