Una nuova ordinanza del Commissario alla ricostruzione per avviare il recupero delle zone rosse dei comuni colpiti dal sisma. La ricostruzione dei centri urbani e rurali più danneggiati è stata giovedì al centro di una riunione della cabina di regia tra Errani e i governatori delle quattro regioni interessate, suoi vice-commissari. Ed emerge la possibilità di uno specifico atto normativo del Commissario per dare indicazioni uniformi ai Comuni. Nella ricostruzione delle zone rosse, interdette all’accesso da oltre sei mesi, e arrivate finalmente al centro dell’attenzione, i sindaci avranno un ruolo fondamentale.
Linee guida uniformi
L’ordinanza sulla ricostruzione pesante già detta alcune disposizioni per la ricostruzione negli aggregati edilizi urbani, definiti come gruppi di almeno tre edifici strutturalmente interconnessi tra loro. In questi casi la ricostruzione dovrà procedere unitariamente. Prima, però, le aree oggetto di intervento devono essere delimitate dal Comune e verificate dalla Regione. Poi vanno identificate le singole Unità Minime di Intervento, cioè definiti i blocchi di case da recuperare. E vanno fatti i piani regolatori. Procedure complesse per le quali si sta valutando l’oppotunità di un’ordinanza con linee guida precise e uniformi per tutti.
I tempi della microzonazione
Su tutto gravano ancora un paio di incognite. La prima è quella relativa alla microzonazione sismica. I sindaci dovrebbero procedere agli studi per sondare la qualità del terreno su cui dovranno essere ricostruite le case, e ci sono gli stanziamenti per fare questi studi. Ma ci vogliono almeno cinque o sei mesi per completare quelli di terzo livello, i più dettagliati. E questo comporta un ulteriore allungamento dei tempi per la ricostruzione, almeno nelle zone rosse. Non si esclude che possa esserci un’ordinanza di Errani anche per dettare i criteri sulla microzonazione nei comuni del cratere.
La riforma dei piani regolatori
D’altra parte le procedure potrebbero teoricamente essere accelerate con la riforma delle leggi regionali sulla pianificazione edilizia, cui stanno già lavorando le quattro regioni interessate. Le norme sui piani regolatori vennero fatte in tempi “di pace” e sono poco flessibili e troppo macchinose per tempi “di guerra” come questi, dove bisogna affrontare una ricostruzione veloce, oltreche sicura. (m. sen.)
Il decreto prevede che i progetti siano presentati entro il 31/12/2017, nel decreto è previsto, fra i vari parametri per la determinazione del contributo, l’amplificazione sismica che si determina con la microzonazione di livello 3. Ora si scopre che su questo punto siamo a carissimo amico (posso confermare che nessun comune si è attivato per fare questi rilievi) e che, partendo oggi, ci vogliono 5 mesi per farla. Questo significa che i progetti possono partire, se tutto va bene, fra 6 mesi cioè ad un mese dalla scadenza prevista dal decreto. Mi chiedo se sappiano quello che stanno facendo.