Sarebbe stato un piccolo buon segnale, ma tanto per cambiare non arriva. Il Commissario alla ricostruzione Vasco Errani ha emanato l’Ordinanza che istituisce le Conferenze permanenti delle amministrazioni pubbliche da cui passeranno tutti i permessi per la ricostruzione, ma ha preferito rinviare la definizione delle regole per la consultazione pubblica dei cittadini prevista dalla Legge sul sisma.
La Conferenza permanente e le Conferenze regionali istituite dall’Ordinanza, nelle loro varie articolazioni, sono gli organismi che approveranno materialmente tutti i progetti di ricostruzione, dal rifacimento delle scuole e degli ospedali, alle strade, alle case dei privati. Lì dentro sono rappresentate tutte le amministrazioni dello Stato, dai ministeri agli Enti Parco, ai Comuni, alle Province, alle Regioni, che devono esprimere pareri o atorizzazioni, e sono costituite per potenziare e accelerare l’attività di ricostruzione. Riunite permanentemente in via telematica le amministrazioni hanno termini fissi per esercitare i loro poteri e gli atti vengono approvati in tempi certi.
Rinvio a nuova ordinanza
Il decreto 189 sul terremoto, poi trasformato in Legge, prevedeva all’articolo 16 comma 2 che fossero “assicurate forme di partecipazione delle popolazioni interessate mediante pubbliche consultazioni, nelle modalità del pubblico dibattito o dell’inchiesta pubblica, definite dal Commissario straordinario nell’atto di disciplina del funzionamento della Conferenza permanente”. Questo oggi è arrivato, ma le “forme di partecipazione delle popolazioni interessate”, c’è scritto, “verranno disciplinate con successiva ordinanza”.
I compiti delle Conferenze
Intanto partono le Conferenze. Quella permanente delibera a maggioranza, col silenzio assenso, “esprime parere obbligatorio e vincolante sugli strumenti urbanistici attuativi adottati dai singoli Comuni entro trenta giorni dal ricevimento della documentazione” e “approva i progetti esecutivi delle opere pubbliche e dei lavori relativi a beni culturali di competenza del Commissario, del Ministero dei beni culturali, del Ministero delle infrastrutture e acquisisce l’autorizzazione per gli interventi sui beni culturali”.
Quella regionale “esprime i pareri ambientali, paesaggistici, di tutela dei beni culturali o ricompresi in aree dei parchi nazionali o delle aree protette regionali, relativamente agli interventi privati e per quelli attuati dalle Regioni” e “esprime il parere obbligatorio per tutti i progetti di fattibilità relativi ai beni culturali sottoposti alla tutela dei beni culturali e del paesaggio e, limitatamente alle opere pubbliche, esprime il parere relativo agli interventi sottoposti al vincolo ambientale o ricompresi nelle aree dei parchi nazionali o delle aree protette regionali”. (m.sen.)