Gli sfollati che dopo le ultime scosse di terremoto e l’ondata di maltempo sono stati ospitati negli alberghi dovranno fare rientro nelle rispettive abitazioni entro il prossimo 10 febbraio, a meno che non ci siano motivi specifici, come l’impraticabilià delle strade di accesso, l’esposizione al rischio di slavine e frane, la mancanza di corrente elettrica o l’impossibilità per i comuni di fornire i servizi essenziali.
Lo prevede un’ Ordinanza della Protezione Civile (il termine del 5 febbraio è stato subito prorogato al 10) nella quale si ricorda che per gli sfollati a seguito di un’ordinanza di sgombero dell’abitazione e per quelli che hanno chiesto al comune le verifiche di agibilità, l’obbligo di lasciare le strutture ricettive che li ospitano scatta dopo cinque giorni dalla “rimozione delle condizioni di disagio o di precarietà” che il Comune deve attestare. Ad esempio quando le verifiche dessero esito positivo, o venissero rimosse le condizioni di inagibilità che hanno determinato l’ordinanza.
Le altre condizioni per continuare a usufruire dell’ospitalità nelle strutture ricettive sono “l’impercorribilità o l’inutilizzabilità della strada di accesso all’abitazione con rischio per la sicurezza delle persone anche per possibile caduta di neve dai tetti”, “abitazione interessata dal rischio di caduta di slavine, valanghe e frane”, la “permamente interruzione della corrente elettrica che impedisce la regolare conduzione dell’abitazione”, “l’impossibilità per il comune di assicurare i servizi locali indispensabili sul territorio a causa dei danni conseguenti al sisma o agle eventi metereologici”. (msen)