giovedì , 28 Settembre 2023

Domani manifestazione a Roma. Il governo risponde con un nuovo decreto

367708_locandina_ralf.jpg Nuova manifestazione domani a Roma dei terremotati del Centro Italia, in contemporanea con il Consiglio dei ministri che ha all’ordine del giorno l’emanazione di un nuovo decreto per far fronte all’emergenza. Alle 10, in Piazza Montecitorio, a due passi da Palazzo Chigi, sono attesi da tutte le Marche, ma anche da Umbria, Lazio e Abruzzo, centinaia se non migliaia di cittadini intenzionati a far sentire la loro voce sotto i palazzi della politica. Una loro delegazione sarà ricevuta dal presidente del Senato, Piero Grasso, dal presidente della Camera, Laura Boldrini, e dai capigruppo alla Camera del Pd, M5S, Fratelli d’Italia e Lega Nord. I terremotati, che hanno coordinato la manifestazione attraverso i social network, chiederanno alle istituzioni lo snellimento delle procedure burocratiche, una verifica più rapida dei danni alle abitazioni, l’erogazione dei contributi promessi ai lavoratori e alle imprese, che sono in forte ritardo, maggiori poteri per i sindaci, l’assegnazione immediata dei moduli abitativi provvisori, aiuti fiscali alle imprese, agli agricoltori e agli allevatori.

Verso la proroga degli aiuti

Poco più in là, a Palazzo Chigi, il governo si riunirà per tentare di dare una prima risposta alle proteste. All’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri c’è il varo di un nuovo corposo decreto legge, che prevederà nuovi aiuti economici, ma non solo. Secondo quanto risulta a Sibilla-online, dovrebbero essere prorogati gli aiuti alle imprese previsti per il 2016 ed il sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti e degli autonomi (con una maggior selezione),  anche questi concessi a valere sul 2016 (ma che si stanno cominciando ad erogare solo adesso). Ci sarebbero anche nuovi stanziamenti per la sistemazione di strade e ferrovie danneggiate dal terremoto e dal maltempo, e per la ricostruzione degli edifici pubblici. Non si esclude nanche un rafforzamento della dotazione per la ricostruzione privata attaraverso il meccanismo del credito d’imposta (per il 2017 ci sono allo stato appena 400 milioni di euro).

Al via le zone franche urbane

Con il nuovo decreto, poi, potrebbero essere introdotte le Zone franche urbane nei centri delle città colpite dal sisma, che prevedono una serie di agevolazioni fiscali, anche se dovrebbero essere limitate alle piccolissime imprese, operanti solo in determinati settori (essenzialmente il commercio, comunque non le industrie e tutte le attività che, agevolate fiscalmente, potrebbero godere di vantaggi concorrenziali). I sindaci, che oggi hanno incontrato a Palazzo Chigi il sottosegretario alla Presidenza, Maria elena Boschi, il vice ministro dell’Interno, Filippo Bubbico, il Commissario alla ricostruzione, Vasco Errani e il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, hanno chiesto anche che venga data loro la possibilità di acquistare immobili residenziali invenduti in sostituzione dei moduli abitativi provvisori, e di semplificare le procedure per le demolizioni, i puntellamenti e l’individuazione delle aree in cui insediare le casette.

Metodi comuni per le verifiche di vulnerabilità

Nella riunione si è affrontato anche il nodo delle verifiche di vulnerabilità degli edifici pubblici, come scuole, caserme e ospedali, che dopo l’allarme della Commissione Grandi Rischi, la Protezione Civile ha chiesto ai comuni di eseguire senza perdere altro tempo. Facendo infuriare i sindaci, che lamentano l’assenza di indicazioni per effettuare queste verifiche e che per tutta risposta, in alcuni casi, hanno deciso di chiudere le scuole. Governo, sindaci e Protezione Civile hanno concordato che le linee guida per l’accertamento della vulnerabilità degli edifici pubblici saranno discusse nei prossimi giorni nei tavoli che saranno convocati dalle Prefetture con i presidenti delle Regioni, delle province e dei sindaci. (M. Sen.)

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