lunedì , 25 Settembre 2023

Fiastra: i carabinieri e gli ex militari «Cenone coi terremotati, poi a casa»

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«Siamo sicuri che molti di loro torneranno. Hanno conosciuto un paese ferito, ma hanno visto la bellezza delle nostre montagne, del lago, e forse meglio di chiunque altro hanno saputo leggere nei nostri occhi la speranza che abbiamo per il futuro» dice il sindaco, Claudio Castelletti. Loro sono i dieci ragazzi del Reparto operativo mobile del 5° Reggimento Emilia-Romagna dei Carabinieri, che insieme a cinque volontari ed ex militari dell’Associazione Nazionale Carabinieri gestiscono dal primo novembre, il giorno dopo la scossa che ha devastato Fiastra e le sue frazioni, la cucina da campo ed il tendone ristorante collocati nella piazza centrale del paese. E che hanno scelto di restare con i pochi abitanti rimasti nel paesino sotto le montagne dei Sibillini, in provincia di Macerata, per organizzare il cenone dell’ultimo dell’anno. Una cena tutti insieme, come quella organizzata nell’ex Campo Lazio dal sindaco di Amatrice. Solo che a Fiastra saranno, stasera, sì e no una sessantina di persone. «Non potevamo lasciarli soli proprio adesso» dice l’appuntato Emilio Fusco, responsabile della struttura. La cucina mobile arrivata da Bologna, cominceranno a smontarla solo domani mattina.

I primi giorni hanno cucinato per trecento persone, gli abitanti che dormivano in macchina, quelli con le case ancora agibili ma rimasti senza acqua e gas, i volontari della Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, i dipendenti del Comune che hanno traslocato gli uffici nei container sistemati nella piazza del mercato. «Abbiamo cucinato 5-600 pasti al giorno, abbiamo toccato con mano la tragedia di persone che hanno perso tutto. Siamo stati coinvolti in questo dramma, siamo arrivati al punto di portare i pasti a casa della gente» racconta Fusco. Poi è scattato il trasferimento in massa dei residenti negli hotel della costa, e altri hanno scelto di spostarsi altrove con il contributo di autonoma sistemazione. Da 750 che erano, gli abitanti dei comuni di Fiastra e Acquacanina, che da domani per giunta si fonderanno in un solo municipio, sono scesi a meno di 250. Quindici giorni fa sono andati via il Centro operativo Mobile e le squadre dei Vigili del Fuoco e, visto che ormai c’è ben poco da fare (nel territorio del Comune ci sono dieci “zone rosse” completamente interdette, praticamente tutti i nuclei abitati), i residenti ospitati sulla riviera adriatica hanno smesso di tornare ogni giorno. Negli ultimi tempi la cucina mobile dei Carabinieri ha servito colazioni, pranzi e cene per appena una trentina di persone, gli irriducibili, quelli che non hanno più la casa ma non vanno via perché proprio non possono, o perché non vogliono. Così il comando del Reggimento, una settimana fa, ha deciso di smobilitare. Non prima del cenone di San Silvestro, però.

«Stasera abbiamo preparato un antipasto di salumi e formaggi, i cannelloni ripieni come primo, l’arista di maiale con vari contorni, poi la lenticchia con lo zampone, come da tradizione. E a differenza del solito, per far sentire questa gente un po’ meglio, abbiamo deciso di fare il servizio al tavolo. Niente self service stasera. Sarà dura perché siamo pochi, ma se lo meritano» aggiunge Fusco. Mentre i carabinieri della stazione locale guidata dal maresciallo Antonio Ombra continueranno a fare le ronde per evitare i furti degli sciacalli, i colleghi del 5° Reggimento brinderanno con gli abitanti. Con «acqua, Coca-Cola, poco vino e un po’ di spumante. Se qualcuno lo porta, perché non ne abbiamo» dice Fusco, che è a Fiastra da due mesi. Da domani si comincia a impacchettare tutto per tornare a casa. «Sono stati giorni molto duri. Non per le continue scosse: ne abbiamo sentite tante, anche forti. Ma se ci vivi, qui, ti ci abitui, dopo un po’ non le senti più. C’è il dovere, non hai tempo per pensarci. Ma tutti i giorni hai davanti gente che ha perso tutto, provi pena, ma devi sorridere per non farli sentire peggio». A Fiastra, dice uno degli ospiti del cenone di Capodanno, i carabinieri e gli ex militari dell’Arma «hanno regalato tempo, dedizione, amicizia, solidarietà, serenità, il senso del dovere e l’altruismo. Forse da domani saremo un po’ più soli, ma sicuramente più ricchi». (M. Sen)

Link all’articolo sul Corriere della Sera

 

 

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