Entro il 6 gennaio i Comuni situati nel cratere del terremoto dovranno individuare puntualmente gli sfollati che hanno diritto ad essere ospitati negli alberghi della costa. Dal 7 gennaio chi non ha titolo, cioè chi ha casa agibile e non ha figli iscritti a scuola nei comuni di accoglienza, avrà cinque giorni di tempo per fare le valigie e lasciare gli alberghi, termine dopo il quale sarà costretto a pagare il soggiorno di tasca propria. E’ quanto prevede una circolare della Protezione Civile pubblicata oggi, che potete leggere qui.
Dopo il terremoto di fine ottobre, per tutelare la pubblica incolumità, è stato deciso, “anche in forma generalizzata e non formalizzata”, di allontanare le persone dagli edifici e dai centri abitati interessati alle scosse e, vista “l’impossibilità di assistere adeguatamente i cittadini attraverso l’allestimento di aree tendate”, di accoglierle negli hotel, molti dei quali sulla costa adriatica. Per contenere le spese, però, ora scatteranno le verifiche.
Entro il 6 gennaio i Comuni dovranno individuare “puntualmente” le persone che possono continuare a essere ospitate negli alberghi, perché erano residenti o dimoranti in edifici inagibili (esisto diverso da A nella scheda Aedes, o “non utilizzabile” secondo la scheda Fast), quelli per i quali risulti presentata la richiesta di sopralluogo o è stata programmata, da parte del Comune, una “verifica a tappeto” di agibilità, e i residenti all’interno delle “zone rosse”.
Loro potranno restare, a spese della Protezione Civile, almeno finchè non ci sarà una verifica di agibilità, positiva, delle loro case. Tutti gli altri avranno cinque giorni di tempo, a partire dal 7 gennaio, per “organizzare il rientro in abitazioni agibili o utilizzabili, o comunque per lasciare la sistemazione in albergo”, “termine oltre il quale le spese saranno poste a loro carico”. Il termine dei cinque giorni, chiarisce la circolare, “verrà applicato ogni qualvolta le condizioni specificate verranno meno” con il procedere delle verifiche di agibilità. Potranno invece restare le famiglie ospitate in alberghi dei Comuni diversi da quelli di residenza che, per l’anno scolastico in corso, hanno figli iscritti nelle scuole del Comune di accoglienza.
M. Sen.