Molte aree sono interdette, i sentieri che percorrono le valli e i versanti sormontati da pareti rocciose sono sconsigliati, ma alcune zone del Parco Nazionale dei Sibillini sono accessibili. A fare il punto sulla situazione è un comunicato dell’ente Parco diffuso oggi. Quelle che possono essere frequentate “in relativa sicurezza” sono le zone collinare e pedemontane del versante orientale, tra Amandola, Montefortino, Montemonaco e Montegallo, e di quello settentrionale, tra Cessapalombo, Pievebogliana e Fiastra. Più in alto sono accessibili le aree del Monte Fiegni, l’altopiano di Macereto, i Piani di Ragnolo di Acquacanina e Bolognola, il Piano di Santa Scolastica a Norcia e la Valle del Campiano. Il Grande Anello dei Sibillini è interamente percorribile, anche se molte strutture ricettive lungo il percorso sono inagibili.
Alcune zone non sono accessibili per la chiusura delle strade, o l’attraversamento delle zone rosse. Tutte le strade che portano a Castelluccio sono chiuse, mentre Visso è raggiungibile solo dalla SS77, dal bivio di Maddalena per Pieve Torina. Chiuse anche le strade per Foce di Montemonaco, Forca Canapine e quella tra Norcia e Arquata del Tronto.
In montagna sono attualmente chiuse, a seguito delle ordinanze dei sindaci, la Valle dell’Acquasanta, dell’Infernaccio, della Valle del Lago di Pilato da Foce, e la strada del Fargno. Molto rischiose, sottolinea l’ente Parco, sono la Val di Panico, la Val di Bove, la Valle del Tenna, le valli di Patino e Cerasa e tutte le gole, compresa quelle del Fiastrone e della Valnerina. Rischi anche alle Lame Rosse, dove sono stati rilevati crolli nelle parti sommitali, e nell’area sottostanze il Balzo Rosso sul Monte Amandola.